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V 13
Emmanuel Carrère

Il tredici novembre sarebbe stato un giorno come tanti, anzi una
serata come tante, se solo un commando dello stato islamico non
avesse deciso di porre fine all’esistenza di 131 persone.Tra lo State
de France, il Bataclan e i dehors dei locali nell’est di Parigi, si
odono raffiche di mitra, esplosioni ed urla sovrumane.I servizi
segreti francesi e gli investigatori belgi confermano il clamoroso
buco nell’acqua dovuto all’incapacità nel mettere insieme i pezzi di
un puzzle.Se consideriamo che gli autori della strage erano già noti
alle forze dell’ordine, a causa dei trascorsi di microcriminalità e
degli spostamenti troppo frequenti in Siria.Non si può certo
riscrivere il passato, ma Emmanuel Carrère prova a ricostruirlo
attraverso il processo che seguirà per nove lunghi mesi.All’interno
del palazzo di giustizia viene costruita una struttura abbastanza
ampia da poter contenere la mole di persone che interverrà nel
processo. Le testimonianze delle vittime sono struggenti e non
lasciano spazio all’immaginazione. I sopravvissuti parleranno di
corpi sventrati e martoriati, di corpi mutilati e urlanti, di corpi che
calpestano altri corpi per fuggire da uno scenario
apocalittico.Alcune storie non si possono dimenticare.Come quelle
di Lola e di Lamia o di Guillaume che sopravvive e poi si suicida in
ospedale.La testimonianza di chi non c’è più si intreccia con quella
di chi è costretto a sopravvivere.Il padre di Lola, Georges Solinas
scriverà un libro con Azdyne Amimour, padre del jiahadista Samy
Amimour. Nonostante l’incolmabile vuoto lasciato dalla figlia,
Solinas non si abbandona all’odio e confida in una giustizia
riparativa. La corte condannerà Salah Abdeslam all’ergastolo senza
alcun sconto di pena e gli altri a pene meno pesanti.Qualcuno verrà
assolto ma si porterà dietro il marchio del terrorista. Carrère mette
insieme i suoi articoli pubblicati sull’ Obs e realizza un dossier su un
evento che ha cambiato per sempre la storia della Francia.

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