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Una minima infelicità
Carmen Verde

Annetta, è un vezzeggiativo adatto a una bambina che conserverà
il suo aspetto per sempre. Il suo corpo non è altro che un
prolungamento del corpo di Sofia Venier, madre adorata quanto
irraggiungibile.Forse per questo motivo non le è concesso crescere,
la sua figura viene fagocitata da quella materna. Sofia è una donna
affascinante avvolta da una fitta nebbia di misteri. L’infelicità
materna è come un fantasma sempre presente in grado di
contagiare padre e figlia.Annetta si chiede se l’afflizione materna sia
dovuta alla sua condizione fisica, al fatto di non aver ereditato quel
fascino che trasuda involontariamente da Sofia Venier. Gli anni
passano ed associa il malessere materno a quello della nonna
Adelina.Il male è quindi una questione di sangue e non c’è rimedio
a quell’indifferenza. L’arrivo della governante Clara Bigi metterà a
dura prova Annetta.La donna sciatta e bugiarda contribuirà al
malessere materno e la sua cattiva fede verrà a galla dopo molto
tempo.Il padre, noto commerciante di tessuti, si ammala e lascia le
donne di casa ad occuparsi di questioni finanziarie.Sofia Venier
perde la memoria ed il tempo degli incontri clandestini volge al
termine. Si spegne tra le mura domestiche.Nonostante la figura
materna sia stata sfuggente e distaccata,Annetta non le serba
rancore ,anzi cercherà di onorarla fino al il giorno dell’estremo
saluto. Dopo anni scoprirà un libretto di risparmi che la mamma
aveva messo da parte per lei. A suo modo, aveva desiderato
lasciarle qualcosa. Rimane in quella casa, tra le pareti di poche
stanze, dove gli oggetti parlano di quella donna scomparsa.

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