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Tornare dal bosco
Maddalena Vaglio Tanet

Silvia non è una donna come le altre. Orfana di madre cresce tra le
mura del collegio. Il senso di colpa, le umiliazioni e la logica punitiva
hanno lavorato su di lei tanto da renderla insicura ed infinitamente
modesta.Diventa maestra non per volontà ma solo perché ha
seguito l’unico sentiero praticabile. Anche la comunità di Bioglio non
pare stupita quando scompare, dopotutto è stata sempre una
donna particolare. Ma questa volta la questione è diversa c’è di
mezzo il suicidio dell’undicenne Giovanna. La bambina avverte che
il suo corpo sta cambiando e percepisce l’interesse altrui per quella
trasformazione.Giovanna non ottiene buoni risultati a scuola, non si
impegna è svogliata. Neppure le percosse paterne sembrano farle
cambiare atteggiamento.La maestra Silvia comunica le sue
perplessità alla madre di Giovanna e da lì qualcosa si
interrompe. La bambina pone fine ad un’esistenza priva di
conforto. Si è ribellata, non si è piegata a quella logica punitiva che
aveva caratterizzato la vita di Silvia. La maestra apprende la notizia
per caso e piomba in un stato di torpore, di morte apparente che la
governa fino a condurla nel bosco. Solo Martino la troverà in
capanno abbandonato. Oramai anche lei fa parte dell’ordine
naturale di quel posto. Quel luogo la custodisce come a proteggerla
da una realtà che non sa accettare. Grazie alle cure di Martino ci
ripensa e non vuole lasciarsi andare. Volta le spalle al capannone,
si addentra nel bosco e si dirige verso casa.

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