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Spaccanapoli
Domenico Rea

Domenico Rea mette in scena quello che accadde durante l’occupazione militare degli alleati tra il 43’ e il 46’. Negli otto racconti Napoli non viene menzionata esplicitamente, ma la si percepisce attraverso il temperamento dei personaggi che trasudano tenacità e patimento. L’ambientazione plebea e la descrizione di corpi e di volti malfatti ci introduce in una realtà dove la “pelle” è l’unica cosa tangibile. I protagonisti tra fame e miseria si aggirano tra i vicoli con sembianze quasi animalesche cercando di domare gli istinti più primitivi. Uomini storpi e donne scapigliate sono testimonianza di quei giorni tormentati, dove occupati e occupanti si adattavano reciprocamente a nuovi linguaggi e costumi.Così la cultura partenopea diviene simbolo d’inclusione in un scenario tragico come la guerra.

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