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Puttane assassine
Roberto Bolaño

Roberto Bolaño, scrittore infrarealista, dipinge scenari unici
dell’America latina. Non si limita al Cile, descrive luoghi dove ogni
cosa può accadere, alterna il tragico al comico, aspetti contrastanti
che irrimediabilmente coesistono in ogni fatto umano. Il sogno si
confonde con la realtà tramite personaggi ambigui e inquietanti.
Ombre dall’animo violato si aggirano tra i vicoli bui e desolati. Il
dolore inflitto o subito è una presenza costante e pare che nessuno
possa eluderlo.“ La violenza, la vera violenza, non si può fuggire, o almeno non
possiamo farlo noi nati in America latina negli anni Cinquanta, noi
che avevamo una ventina d’anni quando morì Salvador Allende.”
Mauricio Silva detto l’Ojo e Lalo Cura subiscono il loro destino, lo
attraversano prendendo atto del loro smarrimento. L’Ojo l’artista
omosessuale lascia il Cile, negli ambienti della resistenza certe
stranezze non vengono tollerate. Arriva a Parigi, si trasferisce a
Berlino e poi raggiunge territori dimenticati dell’ India. Si imbatte nei
cruenti riti indiani, nella straziante condanna dei bambini evirati.
Lalo Cura non può redimersi. La madre non può donargli una vita
diversa. Vivrà con lei, sui set dei film a luci rosse. Quella bolla in cui
cresceva era stata profanata più volte. In questi racconti le donne
non sono vittime ma abili adescatrici. Scelgono la loro preda con
precisione e la circuiscono fino a renderla innocua. É la donna a
tenere il gioco, e pare che ci riesca senza adoperare particolari
congetture.L’umanità di Bolãno è familiare e straziante, una fedele
metafora dell’uomo moderno, capace di elevarsi per poi
condannarsi a causa della sua originaria malevolenza.

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