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Padre Sergij
Lev Tolstoj

“ Soltanto poi, quando quel rapporto con Dio gli sembrerà
affievolito,Padre Sergij riuscirà a pensare al passato, a com’era
prima tra lui e Dio, e ne proverà tristezza e si sentirà perduto.”
Stepàn kasatskij è un principe dalle numerose abilità, se non fosse
per quell’ira che affiora in maniera incontrollata, sarebbe l’emblema
della rettitudine.La bramosia di conoscere e il bisogno inquieto di
entrare in società lo condurrà da Mary.Una dama che non ispira
nulla di impudico, ma solo amore e abnegazione.Ma quell’immagine
di purezza viene stravolta da una notizia, un pettegolezzo più che
veritiero.Quella ragazza ha omesso un fatto inaccettabile, è stata
una delle tanti amanti dello Zar. Profondamente deluso si ritira in un
monastero, la vita ascetica è la cura per tutti i mali del mondo.Viene
assegnato a un monastero della Capitale, ma i contrasti con il
priore lo condannano a una vita ancora più austera.Diventa
anacoreta e si propaga la notizia che sia un vero e proprio
taumaturgo.Iniziano numerosi pellegrinaggi, folle che acclamano
padre Sergij, che alla pari di un Santo può estinguere ogni male.
Ma quello spirito oramai corrotto non ha altra scelta se non quella di
tentare la fuga.Vaga tra le campagne vestito da contadino russo e
incontra Prascov’ja, amica d’infanzia nonché esempio sublime di
autenticità cristiana.Vivrà da contadino presso la tenuta di un
proprietario terriero abbandonando per sempre la strada di Cristo.
Si sentirà come in perenne attesa, purtroppo la fede non ha
mitigato i patimenti di Padre Sergij, allontanarsi dagli altri non ha
aggiunto nessun valore alla sua esistenza. Tolstoj velatamente ci
ammonisce, ci mette in guardia, poiché la felicità autentica risiede
solo nella nella volontà di Dio.

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