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Mondo capovolto
Andrea Cantone

“ Se rimani per tanto tempo in un posto, poi tu diventi quel posto.”
Per Alessandro Testa il tempo zero inizia un lunedì mattina.È una
giornata di giugno, l’aria di Lagos è oleosa e soffocante, ma non è
certo il clima africano a togliergli il fiato. Il 10 giugno 1940 l’Italia
dichiara guerra alla Francia e al Regno Unito e tutto d’un tratto il
mondo di Alessandro emigrato da Roasio si capovolge.C’è poco da
fare, la Nigeria è una colonia inglese, gli italiani sono dei nemici e
poco importa aver sgobbato per loro: “ ora veniva ripagato in questo
modo, decise allora che avrebbe affrontato la situazione a testa
alta.” Viene arrestato insieme ad altri connazionali e spedito in un
campo di prigionia in Giamaica.In fondo il suo destino, la vita che lo
attendeva era la stessa che era toccata agli schiavi africani: stipati
nella stiva della nave sono come un carico umano in balia delle
onde. L’unica cosa da fare era provare a dissociare il presente, i
ricordi non sono solo ricordi: “ ricordando, torniamo, in caso di
necessità, in posti realmente vissuti, con persone concretamente
amate e così facendo, possiamo superare un momento di sconforto
e critico.” Alessandro come è accaduto in passato sente l’urgenza
di riscrivere la sua storia e deve farlo in Giamaica, quando approda
in quel paradiso come prigioniero, come un traditore qualunque.Per
fortuna ha assimilato lo spirito africano, un tempo dilatato che non
consiste nel farsi piegare dagli eventi, ma semplicemente nel saper
accogliere e plasmare i fatti che lo travolgono. “ Mondo capovolto”
di Andrea Cantone ci invita a ricordare i nostri avi, uomini
coraggiosi dallo sguardo rivolto verso nuove terre, anime erranti
capaci di abbracciare tutte le sfaccettature dell’umanità.

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