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Londra

Londra
Virginia Woolf

Come è bella una strada di Londra a quest’ora, con le sue isole di luce, le lunghe chiazze d’ombra, e magari su un lato qualche albero e una distesa d’erba dove la notte si raccoglie con naturalezza per dormire, mentre camminando lungo le inferriate si sentono quegli scricchiolii e bisbigli delle foglie e dei rami, che lasciano supporre tutto intorno il silenzio dei campi, il grido di una civetta e nella valle, in lontananza, il fischio del treno”.

L’enorme occhio di Virginia Woolf indaga Londra, una città che offre prospettive diverse, contrastanti e mai insignificanti. Forse l’ora serale è quella che più si addice per affrontare un luogo ricco di energia e movimento; forse di sera ci si spoglia dalle tante responsabilità e con un peso più lieve sul cuore fingiamo di essere qualcun altro.

Nell’edizione della Bompiani tradotta da Mario Fortunato ritroviamo un tesoro obliato dal tempo. La penna di Virginia Woolf è inconfondibile, riconosciamo immediatamente il suo stile misurato, il suo temperamento mite, la sua curiosità innata. La città che amorevolmente ci descrive è allo stesso tempo protagonista e mappa. Quindici racconti ci accompagnano tra le strade, i quartieri e i salotti in cui Virginia è nata e cresciuta:

cosa c’è di così assurdo? In realtà sono le sei in punto; è una sera d’inverno; e stiamo camminando sullo Strand per andare a comprare una matita”.

Questo volume di appena 188 pagine è un’ottima scusa per abbandonarsi alla topografia woolfiana, uno spazio fitto di pensieri e di libri dove tutti gli appassionati della letteratura vorrebbero sostare:

i libri sono dappertutto; e come sempre veniamo colti dallo stesso senso di avventura. I libri usati sono libri selvatici, libri senza tetto; possiedono il fascino che manca ai volumi addomesticati delle biblioteche”.

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