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Lo zen del kayak
Luigi Barbato

Percorrere tanti chilometri e raggiungere una spiaggia semplicemente
per ritrovarsi. Gli anni scorrono inesorabili, ci sfuggono tra le mani e
dopo tanti sforzi ci accorgiamo che forse quel radicamento alla terra
crea solo affanno. Impieghiamo una vita intera per risolvere questioni,
pianifichiamo tutto per configurarci in un’esistenza migliore. Ma la verità
è che abbiamo perso lo stupore di quando eravamo bambini. Non ci
incantiamo davanti un tramonto, la meraviglia scompare anche quando
il mondo ci offre bellezza. I nostri sono sguardi distratti, seguiamo la
logica del momento, siamo virtualmente vicini e intensamente
distanti. Per questo Luigi ha scelto di affidarsi al mare. Con il suo kayak
prova a dirottare i suoi pensieri, quando tutto appare insopportabile il
mare gli restituisce la giusta quiete. Per questo non ha mai pensato a
una barca. Vuole ascoltare il rumore del mare, quell’andirivieni delle
onde gli dona una gioia inestimabile. Nessun luogo, nessuna gita fuori
porta potrebbe regalargli emozioni simili. Il mare diventa una certezza
assoluta, lo spazio ideale dove far riposare i suoi pensieri. D’altronde la
felicità consiste nel saper godere delle piccole cose e il mare è per tutti
la felicità per antonomasia. È Il rifugio dell’anima dove poter ammirare
lo spettacolo che la natura ci offre.

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