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L’età fragile
Donatella Di Pietrantonio

“ Forse la nostra unica eredità sono le ferite.” Il passato che
lasciamo dietro di noi è un bagaglio pesante, un groviglio di
sentimenti che gravano sul nostro cuore. Ci indeboliscono. I traumi,
le mancanze che sperimentiamo non faranno altro che risalire in
superficie, sono come una risacca emotiva. Tutto quello che ci
attraversa lascia un segno indelebile, come un marchio che ci
contraddistingue. Amanda aveva scelto Milano, le sembrava l’unica
possibilità, forse  l’unica via di fuga. “ Milano o niente. Così diceva
del suo futuro. Niente era il paese, restare, Milano la città dove la
vita sarebbe accaduta davvero.” Lucia non aveva protestato, aveva
appoggiato il suo espatrio. Bisogna sentirsi pronti, fermi davanti
all’eventualità di un probabile allontanamento. Ma Amanda non fa in
tempo a scoprire un pezzo di mondo che torna a casa. Il mondo che
voleva a tutti costi affrontare, l’aveva respinta. “ Il disordine che
trovo al mattino mi ricorda che non sono più sola. Amanda è
tornata.” Lucia scopre una ragazza diversa, svogliata, una giovane
donna che non ha più interessi, fatica persino ad alzarsi per uscire
dalla sua camera. Lucia si sente in colpa, per quale motivo non
aveva raggiunto la figlia? Perché aveva scelto di non partire? Il
ritorno forzato di Amanda si congiunge con fatto di cronaca
avvenuto trent’anni prima. Il Dente del Lupo, il possedimento di
famiglia che risveglia ricordi dolorosi. “ A un certo punto la vita
accelera. Dopo resta tutto fissato in una immagine, un suono del
momento. Si torna sempre lì. Per Lucia e Amanda non è ancora
giunto il tempo per capirsi. “ La vita segreta dei figli. Sappiamo che
esiste, ma non siamo mai pronti a toccarla.”

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