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Le tre del mattino
Gianrico Carofiglio

“ Non lo so. Non sono mai stato capace di parlare di me, voglio dire in
modo attendibile. Credo sia un fenomeno abbastanza frequente. Se provi
a chiedere a delle persone che conosci bene di descriversi, ti accorgi
che quasi nessuno lo sa fare.”
C’è poco da fare. Quanto sappiamo degli altri e di noi stessi? La
quotidianità ci inchioda, rischiamo di perderci e di non riconoscerci.
Quando il ritmo brutale delle cose semplici prende il sopravvento arriva
qualcosa o qualcuno, insomma una variabile che mette a soqquadro i
nostri convincimenti. Antonio ha subito la separazione dei genitori senza
fare troppe domande. Nella sua testa il padre diventa il maggior indiziato
solo perché è stato lui ad andarsene. Quando siamo molto giovani è
facile che ci sfuggano delle cose. Come diceva John von Neumann: “ se
la gente crede che la matematica non sia semplice ,è soltanto perché
non si rende conto di quanto sia complicata la vita.” L’epilessia
idiopatica è una malattia che si può nascondere, la mamma consiglia di
non dilungarsi nell’esplicare le cause della malattia. A chi serve essere
compatiti?Le giornate di Antonio trascorrono lente, il suo interesse per la
lettura vacilla, tutto appare noioso, privo di significato. Le medicine e le
tante privazioni avevano fatto in modo che precipitasse in una sorta di
stato catatonico. Ma la visita di controllo che tanto lo preoccupava
inaugurò una nuova stagione . Quel viaggio accanto al padre fu un
incontro intimo, scoprì non tanto il genitore ma l’uomo: un coacervo di
disillusioni e irresolutezze. Quelle notti passate uno accanto all’altro
erano servite per guarire entrambi. Quante cose ignoriamo degli
altri? L’ostilità nei confronti del padre era scomparsa. Potrà rifugiarsi tra i
ricordi di quelle notti interminabili, alle tre del mattino in Rue Du Refuge.

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