Collana Sidekar
“I fatti possono concedersi il lusso di essere o di sembrare complicati. Gli uomini, invece, sono più semplici di quanto ci si immagini. Ci sono fatti che sembrano inestricabili, misteri che sembrano destinati a rimanere tali”.
Il commissario Di Giannantonio per vocazione o per deformazione professionale sente che c’è sempre e comunque un silenzio da demolire e un segreto da confessare. Il poliziotto in questione appare come la versione aggiornata del burbero Maigret: fuma il sigaro ed è un uomo semplice dall’indole burbera.
Tutto inizia con una lettera, il testamento di un anziano sconosciuto che lo costringe ad allontanarsi da Venezia il luogo prescelto dove lavora e vive accanto all’adorata Maria. Avverte disagio e poco interesse per qualcuno che ha deciso di lasciargli in eredità una casa ma strada facendo si convince che l’evento fondamentale sta per manifestarsi davanti ai suoi occhi.
La lettera, il testamento piovuto dal cielo sono solo il punto di partenza, l’approdo a Torre del Greco lo condurrà alla scoperta di una città che è pronta a dimenticare il passato, l’omertà e l’apatia regnano sovrane.
“Scusatemi, avete ragione, è un po’ un mio vizio: parto da una cosa minuscola e sogno di cambiare il mondo. Tutta colpa di come è cresciuta la mia generazione, ci immaginavamo un futuro assai diverso da questo scalcagnato presente”.
In Lava il commissario Di Giannantonio, De Sanctis, Nina e le “ben informate” sorelle Ascione collaborano per risolvere un caso che pare stesse aspettando la venuta dell’impavido poliziotto. In una terra antichissima, di lava e memoria prova a inseguire le tracce di chi è scomparso da tempo: “come se là dentro fosse saltato un tappo di calcare, e l’acqua del ricordo avesse ripreso a correre”.