Shirley Jackson era un’autrice
straordinaria, icona del thriller nero,
del weird, nonché ultima erede del
romanzo gotico. Nella raccolta “ La
strega” troviamo solo 4 racconti,
poco più di 60 pagine sono
sufficienti per farci apprezzare le
sue qualità di scrittrice. Un talento
che scopre isolandosi dagli altri,
trovando conforto nella scrittura. Nel
racconto “ La strega” ci prepariamo
ad assistere a scene già viste, mere
consuetudini.Il piccolo Johnny si
annoia, il viaggio in treno non ha
nulla di entusiasmante, così mentre
la madre è occupata a leggere e a
badare alla sorellina più piccola, il
bambino spera di imbattersi in
qualche fattucchiera e per certi
versi verrà accontentato. La scrittrice
pare volerci mostrare una certa
ordinarietà, un presente dove nulla
accade, ma all’improvviso quando
meno ce lo aspettiamo si prende
beffa di noi. Ci tramortisce con colpi
di scena inimmaginabili. Piccole
variabili vengono introdotte nei
dialoghi, sfumature che saltano
all’occhio modificano la banalità di
alcune vite che inaspettatamente si
rivelano malvagie.La Jackson si
definiva una strega, la sua visione
originale e poco convenzionale
delle cose le consentiva di portare
alla luce le stranezze del genere
umano. Ognuno di noi per quanto
mosso dalla filantropia e da intenti
bonari occulta propositi e
congetture sconvenienti. Le
premonizioni apocalittiche di Eileen
non sono del tutto infondate, la
visita da un dentista può condurci in
mondi paralleli, un bambino può
essere capace di inventarsi storie
fin troppo credibili al punto che
verità e falsità finiscono per
confondersi. Dopotutto “ nessun
organismo vivente può mantenersi
a lungo sano di mente in condizioni
di assoluta realtà.”
