Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama
farfalla. “La stagione del cambiamento” è un piccolo forziere con
all’interno le cose belle e brutte della vita. In questo romanzo di
connessione tra anime, lo spazio e il tempo non hanno più valore.
Monica sperimenta la “Gioia” più grande, quell’immensità, quella
felicità indescrivibile che all’improvviso si dissolve. Quel fascio di
luce perde lo scintillio, su quel viso fresco di maternità cadrà
un’ombra e poi il silenzio. Vaga in quella casa dove tutto era attesa.
Marco ignora l’accaduto, ha preferito non dirgli nulla, non voleva
che scegliesse lei per una questione di responsabilità. Ha deciso di
restituirlo alla sua famiglia, i suoi figli hanno bisogno di un padre.
Eppure quei girasoli davanti la porta di casa le ricordano che la vita
può ricominciare, quel fascio di luce può ancora irradiare il suo
volto. Marco in viaggio con la sua famiglia penserà a quel legame
interrotto, a quella magia degli attimi trascorsi insieme. Monica sente
ancor più il bisogno di un abbraccio materno, di un rifugio, il cattivo
tempo imperversa. Finalmente la mamma Margherita ha vinto la sua
battaglia, può contare su di lei, sarà lei a proteggerla, sarà l’albero
dove poter sostare, i pensieri vanno decantati. Monica comprende
così che le cose belle camminano piano, dopo aver attraversato le
tenebre può finalmente inaugurare la sua nuova stagione.
