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Kundera e Fellini: l’arte di non incontrarsi
Stefano Godano

“A condannare un uomo alla solitudine non sono i suoi nemici, ma i
suoi amici”. “L’inattrapable” Kundera è un artista intransigente e
riservato, la fuga dal paese d’origine ha foggiato un uomo schivo
ma dall’animo nobile. Un artista dall’umorismo controllato sempre
pronto a fare il verso alla “gauche caviar”. Dal 1985 in poi non
accetterà alcun tipo d’intervista. Stefano Godano insieme alla moglie
Daniela riescono a intercettarlo, diventando i promotori di una
sincera amicizia grazie alla complicità instauratasi con la moglie
Vera. Occorre partire da quell’incontro mancato con Federico
Fellini. Una stima reciproca, una visione dell’arte condivisa, quel
saper combinare sogno e realtà li rendeva simili, ma nulla di tutto
ciò potrà dar luogo a un incontro. Lo scrittore ceco dirà che all’ultimo
momento decise di non incontrare Fellini, pensava che avessero
davanti un tempo indefinito. Eppure troviamo nelle opere di Kundera
epiloghi dal sapore “felliniano”, come il saper accettare l’esistenza in
quanto emblema dell’insignificanza. Saper accettare e riconoscere è
la chiave della saggezza e dell’ironia. Avvertiamo in entrambi la
necessità di non diventare simulacri, piuttosto degni propagatori
dell’arte simbolo del 900’.Con la scomparsa del regista, Stefano e
Daniela proveranno a stabilire un contatto tra due personalità affini.
Finalmente il registra e lo scrittore vedranno suggellata la loro
amicizia.

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