Inquieto vivere è una raccolta di poesie, la prima per Andrea Bindi. Da diversi anni pubblica racconti e poesie su svariate riviste ma solo con questa pubblicazione tanto sognata, desiderata riesce a dare un senso al suo “accadere”.
L’introduzione di Simona Viciani traduttrice ufficiale italiana Di Charles Bukowski racchiude tutto il mistero del “verbo” di Andrea: “il comune denominatore della poetica di Bindi è l’indifferenza degli altri che spezza il cuore”. Parliamo di storie minime di solitudini, di cuori infelici, di anime assenti, di confessioni scritte per non alienarsi. Le poesie di Andrea sono il dissenso traslato su carta, scrittura in divenire come mezzo di comunicazione tra due mondi. I suoi versi sono una descrizione “tout court” dei demoni che ci trovano e ci attraversano. Non descrive mai chi ha ispirato le sue poesie poiché li rappresenta nel parlare, nell’agire così da renderli vivi e veri. L’anziano tremante, l’amico perduto, le domeniche cariche di attese sfaldano le nostre certezze. Intanto si materializza “l’inquieto vivere” sotto forma di montagne russe:
Io odio le montagne russe.
Le conosco benissimo.
Le ho dentro.
Devo averne ingoiato
un tratto intero.
Una di quelle peggiori.
Coi piedi a ciondoloni.
