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Gille Élisabeth
Mirador. Irène Némirovsky mia madre

Le mirador Mémories rêvès viene pubblicato per la prima volta nel
1992 e da subito suscita una certa attenzione, la biografia di Iréne
Némirowsky è un testo di grande valore. Un fil rouge congiunge due
generazioni, madri e figlie che non hanno avuto il tempo di
conoscersi abbastanza. Èlizabeth Gille, figlia minore di Iréne,
riporta alla luce la sua memoria dolorosa, ma deve farlo, è un
compito amaro e necessario. La vita di una grande scrittrice, di una
madre amorevole non deve essere sopraffatta dalla sciagura della
dimenticanza. Occorre ribellarsi, così la voce di una figlia si
confonde con quella di una madre, donna di talento, autrice
raffinata che riuscì ad aggrapparsi agli ultimi brandelli di vita tramite
la bellezza dei suoi romanzi. Attraverso questa biografia
apprendiamo fatti riguardanti la vita più intima della scrittrice. È
appena maggiorenne e riesce a pubblicare già i suoi romanzi,
durante le fughe da un paese all’altro, non si cura di portare con sé
oggetti preziosi, il tesoro da mettere al riparo sono i libri. E quando
la madre durante uno dei tanti spostamenti le sottrae un libro, lei
non demorde, recita poesie durante il viaggio. La Némirowsky
attraverserà tanti paesi Ucraina, Russia, Finlandia e l’amata Francia,
approdo di artisti, avventurieri, magnati del cinema e dello
spettacolo. Iréne è una cittadina del mondo, parla perfettamente tre
lingue, studierà alla Sorbona, sarà madre per poco tempo, ma
lascerà alle sue due figlie un’eredità inestimabile. La realtà le
piomberà addosso come un fulmine il 3 ottobre 1940, non potrà più
lavorare, non le verrà concessa nessuna pubblicazione, pochi
resteranno al suo fianco, l’autrice di David Golder osannata da
editori e registi verrà dimenticata. Ma “ l’istinto umano oppone
invincibili barriere di speranza”, la Némirowsky avrà la giusta gloria
nonostante il logorio impetuoso del tempo.

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