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Effetti collaterali
Woody Allen

Woody Allen non ha bisogno di presentazioni.Quando appare il suo volto, istintivamente abbozziamo un sorriso. Le origini ebraiche trapiantate nella “GRANDE MELA” hanno generato un punto di vista tutto particolare.

Nei suo racconti caratterizzati da dilemmi al limite del kafkiano ci troviamo al principio spiazzati e poi come un fulmine a ciel sereno ne comprendiamo il senso. Elucubrazioni dal piglio esistenzialista si alternano a questioni amorose fronteggiate con un aplomb irresistibile.Racconti surreali ma allo stesso tempo rivelatori parlano dell’uomo moderno come di un surplus di atteggiamenti contrastanti.

L’avidità, la pigrizia e l’appagamento sessuale vengono maneggiati con sincerità tanto da sentirci assolti. In uno dei suoi racconti sogna di essere Socrate. È ossessionato da quell’uomo che seppe sacrificarsi rimanendo saldo ai suoi principi.

Allen lo ammette. Alla vista della cicuta avrebbe sicuramente ritrattato. Salvarsi la vita e sottrarsi da situazioni spiacevoli sono necessari per coltivare il piacere. L’uomo per raggiungerlo sarebbe disposto a tutto.

Come nel racconto “ Il caso Kugelmass” la storia di un uomo stufo della vita coniugale e disposto a viaggiare nel tempo per appagare certe fantasie. Alla fine non imparerà la lezione. Woody Allen sa bene che i vizi che ci contraddistinguono sono nient’altro che degli escamotage che rendono allettante la nostra esistenza.

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