Spossati dal tran tran quotidiano sarebbe utile e salutare rifugiarsi in un luogo incontaminato per il corpo e lo spirito. Serena Dandini ci racconta del suo Paradiso collocato nella villa Viterbese, teatro di scene familiari che solo in età adulta imparerà ad apprezzare. Il giardino fitto di vegetazione, il salottino a fiori insieme all’immagine dei gerani la cullano in quello che può definirsi un Eden perduto.
C’è chi ha trascorso l’esistenza viaggiando in lungo e in largo per classificare esemplari di piante uniche; oppure chi ha innalzato castelli e giardini come il Re Ludwig II, estimatore del bello e fautore di mondi immaginari.
Il Paradiso del cuore può essere rievocato ma anche plasmato e originato dalle nostre inclinazioni.Come nel caso dei coniugi Walton, che da subito seppero apprezzare l’aspro paesaggio dell’isola d’Ischia; dove realizzarono il sogno immortale con il giardino La Mortella. L’eden immaginato o concretizzato diviene quindi una ragione di vita per esorcizzare gli affanni del corpo e della mente, tanto da ricondurci ad un regno originario pervaso da quiete.