Le vicende personali in cui rimangono intrappolati i genitori, finiscono con il tempo, per inghiottire anche i figli.
Non è una conseguenza immediata, eppure prima o poi affiorano questioni irrisolte.Riccardo e Niccolò finiscono in un coacervo di sentimenti contrastanti.Rispettivamente padre e figlio sanno poco del loro rapporto e dopo anni condividono un viaggio che sbroglierà quella matassa di emozioni.
Parallelamente si svolge la vita di Teresa, ragazza ingenua, martire esclusiva di una madre bigotta.La sua è una famiglia sacrificante succube dei propri doveri, non sono concessi svaghi, frivolezze e comportamenti inadeguati subiscono le censure e l’ira materna. Riccardo regala a Teresa una realtà diversa.La ragazza valica il cancello di quella casa come se stesse superando le barriere interiori.
La realtà di Riccardo è violenta, non contempla divieti ma Teresa preferisce l’ignoto purché accada qualcosa.Le storie confluiscono in un solo racconto.Teresa diventerà la madre di Niccolò, una donna misurata ma eccessivamente apprensiva e Riccardo sarà quel padre assente che ancora non ha imparato a riconoscersi.Arriva il momento di sanare quei ricordi, di ricucire il passato e Niccolò consegna al padre le chiavi di un destino già scritto. Forse perché lo odiava. “Ma riusciamo a odiare solo chi avremmo potuto amare, o chi abbiamo amato e perduto”.
Mattia Insolia consegna un ritratto della famiglia attuale, dove adulti inabili, non sanno servirsi della propria genitorialità. Ci fornisce una fotografia della società, dove l’incomunicabilità, diventa la costante tra due generazioni.