Subscribe

Chi dice e chi tace
Chiara Valerio

“ Vittoria era morta nella vasca da bagno e io non volevo
crederci. Vittoria che ci aveva curato no con i suoi intrugli di erbe,
che aveva fatto nascere un bambino che altrimenti sarebbe
morto. Che aveva comprato una casa e una barca. Che viveva con
una donna che poteva esserle figlia…Vittoria era morta e io non
capivo perché. Ma ero certa che un perché ci fosse. Avevo bisogno
del perché della morte di Vittoria”. Scauri è l’ultimo paesino del
Lazio, poco stimato rispetto le località di Gaeta e Sperlonga. A
Scauri ci nasci, non ti ci trovi per caso. Una donna arrivata da
chissà dove sceglie proprio quel posto. Acquista una casa tra la via
Appia e l’Olivella, si insedia tra quei meridiani in via Costantinopoli,
e imbastisce la sua esistenza. Il fatto è che condivide quella casa
con un’altra donna, una ragazza molto più giovane, e nessuno sa
quale sia la parentela, ammesso che esista. Trascorrono gli anni e
Vittoria viene assorbita dai ritmi e dalle usanze del paese, lavora in
una farmacia, è un’esperta di erbe, aiuta tutti e non si fa mai aiutare
da nessuno. Muore misteriosamente in una vasca da bagno e il
paese intero pensa si tratti di una disgrazia, un malore improvviso,
tranne l’avvocatessa Lea. La donna ha bisogno di sapere cosa è
accaduto, e per farlo, occorre mettere insieme tanti pezzi di un
puzzle, pezzi sparpagliati qui e là. Così scopre i trascorsi di Vittoria,
la vita agiata, un matrimonio sfiorito e il legame con una certa
Rebecca. Vittoria con il suo incedere inequivocabile, alla fine, aveva
ammaliato tutti. Lasciava parlare, ascoltava, e raccontava poco o
niente di lei. Non le serviva l’approvazione di nessuno, prosperava
libera, come certe erbe selvatiche. Vittoria “ aveva scardinato un
castello antichissimo”, era stata capace di nullificare i pregiudizi
della gente, aveva deciso come vivere e quando morire.

RUOTA IL DISPOSITIVO PER VISUALIZZARE CORRETTAMENTE IL SITO