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Caro stronzo
Virginie Despentes

Con l’avvento dei social abbiamo imparato a esporci mostrando
quello che più ci conviene. Ovviamente essendo esseri umani le
provocazioni in cui ci imbattiamo sono dietro l’angolo, proprio
come gli haters che non aspettano altro che metterci alla gogna.
Oscar, scrittore incline all’alcolismo e consumatore abituale di
droghe inizia una fitta corrispondenza con l’attrice Rebecca
Latté. L’esordio non è dei migliori, anzi. Oscar attira la sua
attenzione abbandonandosi a un commento infelice
riguardante il decadimento fisico. Al principio lo scambio tra due
è particolarmente offensivo e solo quando capiscono di
conoscersi già, il dialogo assume un tono pacato. Entrambi
provengono da famiglie di operai dove la presenza genitoriale
era del tutto arbitraria. Si cresceva in solitudine, come adulti
precoci in un ambiente privo di affetto e comprensione. Sia
Rebecca che Oscar sono affetti da dipendenze. L’attrice dice di
non poter fare altrimenti, invece Oscar cerca di gestire il suo
sentirsi inadatto tentando ad avvicinarsi all’associazione dei
NA. Rebecca lo seguirà con una buona dose di
reticenza. Purtroppo la vita di Oscar subirà un tracollo a causa
di Zoe, l’addetta stampa alla quale aveva riservato una corte
troppo serrata. Dilaniato dagli insulti e dall’odio cavalcato dal
movimento me too decide inaspettatamente di ripulirsi e di
recuperare il rapporto con la figlia adolescente. Nonostante
ammetta i suoi errori l’odio di Zoe è incontenibile, soprattutto
dopo l’esposizione mediatica e i casi di cyberbullismo. La sorella
Corinne e l’amica Rebecca sanno bene di che pasta è fatto e
uomini e donne non risolveranno mai questioni che vanno
avanti dalla notte dei tempi. Quindi tocca convivere provando ad
accettarsi nei limiti del consentito.

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