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Barbablù
Amélie Nothomb

“Dove comincia il proprio territorio, dove finisce quello
dell’altro? Esiste una cartografia amorosa che vale le cartografia di
guerra. Si crede che l’amore sia una fusione. Sotto lo stesso tetto, lo
diventa molto meno”. Elmirio Nibal y Micar è un nobile spagnolo che
vive a Parigi. Conosce la parola di Dio ma ignora quella degli
uomini. Esclude una vita sociale, troppo impegnativo. Non lascia la
sua dimora dal 1991, in fondo a cosa serve mischiarsi tra la
plebaglia se può farsi recapitare tutto quello che desidera? Anche le
donne può sceglierle comodamente presso la sua dimora. Per
questo sarà la volta di Saturnine. Una giovane belga scontrosa e
determinata capace di tenere testa a quel nobile misterioso. Ma le
otto coinquiline che fine hanno fatto? Per quale motivo hanno
lasciato quel palazzo e abbandonato quell’uomo? Saturnine vuole
far luce sulle tante stranezze che accadono in quelle stanze
perfettamente arredate. Colloquiando con Elmirio verrà a
conoscenza di una camera oscura. Strano, l’uomo non possiede
fotografie e non sembra un tipo attratto da cose del genere. Scaltra
e paziente cerca di ottenere più informazioni possibili, non ha
nessuna intenzione di morire.Con il pretesto di farsi fotografare
riesce a farsi accompagnare in quella camera proibita. L’uomo ha
realizzato una stanza con un dispositivo criogenico. Prova a
giustificarsi, non è certo colpa sua se le coinquiline precedenti
hanno infranto il suo desiderio. Ogni azione comporta una
reazione. Ma Saturnine è consapevole che può cambiare
quelle terribili usanze, ora può invertire il corso degli eventi. Chiude
il nobile in quella stanza e lascia il palazzo. Quell’orribile storia
verrà dimenticata per sempre. La Nothomb modernizza una fiaba
del XVII secolo, proponendo l’immagine di una donna dominatrice,
che da ennesima vittima si proclama carnefice.

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