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Atlante degli abiti smessi
Elvira Seminara

Eleonora è una donna esuberante sulla quarantina. É un esteta, e in quanto tale, riesce a captare la bellezza perfino negli spazi più angusti. La vita coniugale è in una fase di stallo, così decide di lasciare Firenze e di trasferirsi a Parigi. Disillusa dall’amore coniugale e dal nuovo rapporto con Davide, tenta di riconciliarsi con la figlia Corinne. Provata dall’indifferenza della figlia, cerca consolazione classificando i suoi abiti, trovando per ognuno di loro un significato e un ricordo specifico.

Vestiti comodi, vestiti che ti saltano addosso o vestiti elfi, ovvero quelli che non si trovano mai e poi sbucano fuori all’improvviso. Vestiti che si attaccano addosso e vestiti del re nudo, dunque i nostri corpi senza orpelli e mistificazioni.L’inventario dovrebbe arrivare a Corinne e nonostante le scriva molte cartoline, dispone di pochissime notizie.

Per non sprofondare nel dispiacere trascorre le giornate osservando i frequentatori del parco sotto casa. Tramite il suo sguardo acuto è in grado di distinguere gli amori recenti da quelli datati e di svelare la vita di persone completamente sole. Perfino Brigitte, dopo l’insano gesto, ha trovato l’amore grazie al professore del quinto piano.Pare che tutti abbiano trovato il loro posto nel mondo.Allora ripiegata su se stessa può solo aspettare quel segnale che deve inviarle Corinne. Arriverà all’improvviso, dopo aver terminato l’inventario degli abiti, vale a dire lo specchio dei suoi pensieri.

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