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Appetricchio
Fabienne Agliardi

Petricchio è una terra di mezzo tra mare e montagna.Gli abitanti del
luogo non sanno con precisione dove si trovi. Conoscono solo quel
piccolo borgo, il resto del mondo si chiama “ laffóra”. Il mare non è
neppure troppo lontano, ma per chi vive in quei luoghi è un
miraggio. Chi vuole osservare quella distesa d’acqua può farlo
comodamente sedendosi alla “Fondana”, punto di ritrovo e origine
di una disputa tra Perciasepe e il Rocchetano. A ripopolare
quell’anfratto dimenticato ci pensano i turisti, ovvero parenti che a
tradimento hanno lasciato il paesino con la promessa però di
ritornarci due o tre volte l’anno. I Bresciani Rosa e GuidoDario,
accompagnati da i loro gemelli Mapi e Lupo hanno l’obbligo di
presenziare e onorare le feste più importanti. La madre di Rosa,
nonna Milù, non avrebbe tollerato la loro assenza. A Petricchio ci si
arrangia, la corrente elettrica e aggeggi annessi come televisioni e
telefoni sono considerati delle spaventose novità. Milù è dello
stesso parere, al telefono ha messo il lucchetto, il televisore farà il
suo ingresso in casa solo dopo una sfiancante
contrattazione. Insomma, si viveva ancora in mondo primitivo e
rurale. Eppure i gemelli Mapi e Lupo amavano quel paesino ricco di
segreti e di gente strana. Ogni abitante aveva una storia, un passato
da chiarire e un futuro ancora da scrivere.In quel posto il tempo
scorreva lento, anzi si cristallizzava. Gli impavidi gemelli sentivano
l’obbligo anche se bambini di indagare nelle vite degli altri,
amavano spiare Adelina, dietro quella porta si celava un
mistero.Solo dopo vent’anni Mapi tornerà per scoprire tante vicende
che al tempo non capì. Sentirà la stretta di mano del fratello e darà
un senso a quelle avventure, ricordi di un’infanzia spensierata.

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