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Althénopis
Fabrizia Ramondino

Althénopis, il nome della mia città natale. In origine il suo nome
significava “ occhio di vergine”. Ma pare che i tedeschi durante
l’occupazione, trovandola così imbruttita rispetto alle descrizioni di
Mozart e di Goethe, le mutarono il nome in Althènopis, che
starebbe appunto a significare “occhio di vecchia”. Alcuni letterati
apologeti della nostra città accampano il nome in “occhio di
saggio”. Fabrizia Ramondino pubblica per Einaudi “Althènopis”,un
racconto della memoria, fatti, persone e vicende che si intrecciano
durante la seconda guerra mondiale e l’immediato
dopoguerra. L’infanzia trascorsa a Massa Lubrense, l’adolescenza
passata a casa degli zii napoletani, la giovinezza che si consuma
tra le pendici di un paesino vesuviano. “ Ma il mare che ricordo era
quello di noi tre fratelli. Scendevamo con la merenda frettolosi di
pezza in pezza per arrivare a quel grande evento, ogni giorno
rinnovato, e che mai ci veniva a noia”.A Santa Maria del mare(
nome inventato per indicare Massa Lubrense) le protagoniste sono
perlopiù donne, gli uomini sono al fronte, prigionieri, lontani o
comunque troppo occupati.La madre di origini nobili fatica ad
accettare la nuova abitazione, con i bombardamenti ancora in corso
pensa e ripensa a quell’esistenza grama che l’aspetta.Mentre la
madre trascorre le giornate a letto afflitta dalle costanti emicranie, la
Ramondino sperimenta, corre per le piazze, per i vicoli dei
paesi. Non ha tempo per annoiarsi, osserva tutti, le zie, la nonna
saranno fonte d’ispirazione. La nonna agli occhi delle figlie è una
sventata, una spendacciona, prepara come un invasata leccornie
per tutta la famiglia, nonostante ci sia la guerra riesce a reperire
tutto quello che le serve. L’infanzia ha il profumo del pancotto
mangiato di nascosto, l’adolescenza torna alla luce attraverso il
profilo della zia Callista e le stranezze dello zio Alceste. Si
allontanerà da quei luoghi intrisi di memoria, dai ricordi sbiaditi, si
vedrà costretta a ritornarci dopo una lunga parentesi di vita. Farà i
conti con se stessa e con la madre, quella creatura lontana, che
mai seppe interpretare.

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