“Temo gli incensatori del potere, li temo perché non sai mai cosa puoi aspettarti da loro. Occorre stare in guardia dalla loro vigliaccheria e debolezza. Tirano inganni e trappole appena si trovano nei guai sono pronti a sacrificarti senza rimorsi perché si sono creati la ridicola impalcatura della loro morale”.
Lia Centrella riporta in auge la storia della città romana di Ercolano distrutta e sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.c. La tempra e l’indole da archeologa le consentono di indietreggiare sospingendo un passato che andrebbe chiarito una volta per tutte.
“Ma la verità resterà sepolta, tutto resterà sepolto per sempre sotto metri e metri di terra, in un ostinato silenzio, proprio come i miei papiri”.
La storia è ispirata a fatti realmente accaduti: gli scavi intrapresi dalla corte Borbonica a metà del Settecento presso il sito di Ercolano. La vicenda è in realtà un tuffo in un passato ancora da chiarire. Il fil rouge è l’ingordigia di molti, la macchinazione del potere ,l’operato di tanti illuminati chiamati in causa per analizzare dei rinvenimenti da un valore inestimabile.
Una missione tanto nobile e complessa prevede cura,
discrezione e un amore sconsiderato per la cultura; caratteristiche che non appartengono certo al custode e direttore degli scavi tanto voluto dal Segretario di Stato. Camilli avanza con la sua condotta amorale e dispotica occultando le malefatte della sua condotta. Riesce maldestramente a soggiogare chi gli è vicino nascondendo le prove di una profonda inettitudine: “Paggi, intento a proseguire, neanche si accorse che lui era ancora là. Pesante, terribile, insopportabile la sconfitta”.
Il romanzo Nero su Nero è la prova di un’incontrovertibile verità: “la cultura non sostenuta dal buonsenso è raddoppiata follia”.