«Tutto ciò che è improvviso è male, e il bene arriva pian piano».
Giobbe Romanzo di un uomo semplice, racconta la storia di un pio ebreo, un uomo stoico, timorato di Dio, indulgente con gli altri, severo con se stesso. Vive ai margini dell’impero russo con la moglie e i figli, ma i suoi figli frutti del dono e della sventura sconvolgeranno la sua esistenza. Sposa e accoglie la sua povertà, non la nega, nessuna bramosia per vacuità terrene, l’ingordigia non gli appartiene.
«I poveri sono impotenti, Dio non getta loro pietre d’oro dal cielo, alla lotteria non vincono e la loro sorte la devono portare con rassegnazione».
Il Giobbe di Joseph Roth si chiama Mendel Singer ed è un maestro, un umile maestro che non pecca, accoglie la potenza della mano che viene dall’alto nonostante le cose gli vadano male: «bisogna sopportare il proprio destino». La moglie Deborah non è dello stesso avviso. Deborah risparmia, nasconde il denaro e prova ad intercedere con le autorità, con il rabbi, non può certo far guastare i suoi figli.
«I discorsi di Deborah lo rodevano, i rimproveri intaccavano lentamente la sua bonarietà e nel suo cuore serpeggiavano già le bianche fiammelle della ribellione».
E allora vuole tentare il riscatto, l’America sarà il paese di Dio, NewYork la città dei miracoli e l’inglese la lingua più bella. Le giornate trascorse tra la preghiera e l’insegnamento della Torah non basteranno a placare l’accanimento di un Dio che infligge continuamente sciagure.
Mendel Singer smarrisce la strada, invecchia, si confonde e non si riconosce. Si perde insieme a quella fede che per tanto tempo aveva garantito il suo stesso immobilismo. Riuscirà la fede in Dio a salvarlo, a redimerlo, a ricondurlo sulla retta via? Giobbe di Joseph Roth diventa una necessità, un dovere per tutti i lettori amanti dei classici.