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Josh in Fuga

Josh in Fuga
Oliva Crosio

Sono nostalgico. Non vecchio, ma nostalgico. O meglio, vecchio a modo mio. Ma provo per l’inconsapevolezza dell’infanzia un attaccamento morboso, perché è stato l’unico momento della mia vita in cui sono riuscito a rifugiarmi con efficacia nelle mie fantasticherie, prima di veder svanire la loro magia e di prendere coscienza che erano solo quello, fantasticherie. Non sto dicendo niente di nuovo. È quello che succede a tutti gli esseri umani da sempre. Appena ti accorgi che la realtà va vissuta e qualcuno si aspetta qualcosa da te, finisce la festa”.

Josh si inabissa nella metropolitana e poi riemerge. Un brulichìo di anime assenti, gente senza sguardi da donare.

A peggiorare l’impressione che ho di queste persone nervose e infelici, noto che sono tutte vestite di scuro. Predominano, il marrone, il nero blu, il grigio”.

Josh viene catapultato per sua volontà in un mondo con un solo colore. La sua doveva essere una vacanza lampo, un’esperienza per soddisfare il palato. Consumare una pizza e una coca cola può condurre alla salvezza, o forse no, può causarti molti guai.

Ma Chi è Josh? Olivia Crosio nel suo romanzo “Josh in Fuga” ci lascia riflettere sull’immagine che siamo diventati, automi in perenne movimento, inabili nell’apprezzare i panorami che si presentano davanti ai nostri occhi. Solo che per Josh è diverso. Porta scompiglio con la sua ingenuità, con le sue bugie bianche e imprescindibili se vuole prolungare la sua gita in una parte di mondo. Dal nulla, uno straniero, un tassista, una celebrità dei giorni nostri e la scontrosa Miranda troveranno il modo di stare insieme.

Olivia Crosio ci racconta del nostro timore nell’approcciarci agli altri, di come il nostro sia solo un retaggio antico. Come Pollicino nella fiaba dei fratelli Grimm sistema degli indizi lungo il percorso, portandoci in dono, una storia fatta di luce e rivelazione.

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